Guardarli con il sorriso.Guardarli con il sorriso interiore è il segreto per vedere il buono che c'è in loro.
Non si fa altro che mettere in luce gli aspetti peggiori delle nuove generazioni, l'individualismo e la voglia del tutto e subito.
Non si fa altro che guardare la loro socialità virtuale perdendo di vista le nuove potenzialità del loro essere sociali in modi nuovi.
Non si fa altro che ragionare per stereotipi perchè...si sa
l'adolescenza è un'età difficile, la più brutta che ci sia.Ma se si prova a guardarli nelle loro specificità, staccando gli occhi dal
branco, ci si accorge delle ricchezze individuali e delle caratteristiche proprie che, se riconosciute, possono essere la chiave per una
strategia educativa.
Partire dalle loro stesse risorse per farsi indicare la strada del loro successo, potrebbe essere il segreto di una pedagogia al passo con le generazioni
liquide.
Quando dico
successo non parlo di
meritocrazia, di quel tipo che richiama denaro e perfomance, così come ci richiama la teoria di
Abravanel che vede nello studente bravo uno
strumento economico.Questo modello però esclude e la società ora ha bisogno di includere per richiamare altri valori di cui i nostri ragazzi hanno bisogno per sentirsi "buoni".
Mi piace pensare alla scuola come
Comunità Educante, dove i piccoli talenti, anche quelli più nascosti possano emergere, grazie alla pratica e alla sensibilizzazione. Anche la futura professionalità del migliore studente possibile è destinata a plasmarsi, nutrirsi, crescere col tempo.
Non sempre i talenti sono allo scoperto, sono espliciti: nei
ragazzi del fare spesso sono latenti, da scoprire. Bisogna fornire loro lo spazio creativo necessario a stanare le specificità e utilizzarle come rinforzo, anche disciplinare. E' l'
ascolto empatico che crea i legami creativi. [il richiamo alla
clinica del legame di Benasayag e Schmit è quasi scontato].
Per aiutarli a scoprirsi e scoprire le proprie attitudini nascoste è importante da parte di noi adulti una
osservazione partecipante, che ci renda parte del gioco, che ci porti a condividere con loro le novità e i successi. La voglia di provare deve essere orientata, accompagnata.
L'entusiasmo si impara guardandolo, respirandolo.Ci si deve occupare dell'Anima dei ragazzi, del loro volersi bene! Gennari nel suo "Trattato di pedagogia generale" richiama alla necessità di investire sullo sviluppo soggettivo dell'individuo:
Finchè la scuola sarà costruita secondo criteri di selezione in base alle capacità dei singoli di integrarsi a differenti livelli nell'economia di mercato, il soggetto non arriverà mai ad un nucleo emancipativo proprio dell'uomo formato nella sua interiorità, nella sua libertà e nella sua autonomia di pensiero.
Le regole economiche non si associano ai sorrisi. La soddisfazione dei primi passi compiuti da soli, per arrivare a prendere qualcosa che si desidera si associa al sorriso.
Formare ed educare sono professioni che devono inevitabilmente puntare al successo, ai risultati.
Ma siamo sicuri di essere tutti d'accordo sul sgnificato di Successo Formativo?