giovedì 25 novembre 2010

25 novembre

E' successo che con alcune colleghe abbiamo fatto vedere video e animato discussioni per risvegliare i cervelli sul tema: 25 novembre Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

E' successo che a fatica alcuni di loro hanno cambiato opinione, o semplicemente si sono fatti un'opinione.

E' successo che ...i ragazzi hanno pensato a sè, agli altri e al modello che ci viene imposto quotidianamente.

E' sucesso! pensandoci...le cose possono cambiare.

domenica 21 novembre 2010

Buon viaggio Professore

C'eravamo tutti questa sera.

Alberto Barbero prosegue il suo viaggio, non più sulla terra. Chissà dove, ma sicuramente nella memoria e nella storia della sua cittadina amata e servita per così tanto tempo.

A maggio lo incontrai, ma io ero di fretta e forse anche lui...ci siamo salutati fugacemente, al contrario di come si faceva di solito. Un paio di giorni dopo...la malattia.

Ho pensato tanto a quel momento in questi mesi. Avrei voluto parlarti e ascoltarti. Come spesso succedeva quando ci si incontrava, quasi sempre nei pressi del Comune e Tu con quell'aria un po' svanita, di chi ha tanti pensieri che si incrociano, avevi sempre un attimo per chiedermi se stavo bene.

Quando ti ho conosciuto ero una bambina e sono cresciuta respirando l'aria del confronto e della consapevolezza sociale, grazie a Te, mio padre e chi con voi discuteva.
Erano gli anni in cui la sinistra aveva un'unica identità.
Erano gli anni delle Feste de l'Unità a cui ci dedicavamo tutti con gioia e convivialità, offrendo ognuno le nostre capacità e specificità.
Erano gli anni della Democcrazia Cristiana a Pinerolo e in Italia, e io quasi adolescente tenevo impegnata la mia insegnante di italiano raccontando i tuoi interventi in Consiglio Comunale, con somma gioia dei miei compagni di classe, perchè il tempo passava e la lezione saltava.
Erano gli anni di Cronache del Pinerolese, un bellissimo esempio di giornalismo locale e di opposizione che tu hai cresciuto e diffuso. [anche qualcosa di mio fu pubblicato su quelle pagine, una poesia]

Due libri importantissimi per me, me li hai regalati Tu: La collina dei conigli e Il Piccolo Principe; soprattutto il secondo mi è venuto in soccorso tante volte nella vita.

Mi hai sempre detto che la Politica era Servizio e si intuiva non potessi farne a meno. Ma quando hai cominciato a parlarmi dei nipotini, di come rappresentassero la linea di continuità con ciò che eri stato, si capiva che la vita aveva preso una svolta.

Quando mi incontravi nella vita professionale mi guardavi sempre con affetto, ma percepivo la stima. E per me era importante.

Pinerolo non potrà dimenticare il Tuo impegno.

Marco e Luca hanno un'eredità ricca e preziosa adesso. E stasera c'eravamo davvero tutti a dimostrarlo.

Buon Viaggio Professore.

martedì 16 novembre 2010

Cangiari

Vincenzo Linarello.
Ho aggiunto questo nome alla lista delle persone che mi piace considerare silenziosi eroi del nostro tempo.

A Pinerolo, grazie alla volontà di Fidapa, dell'Assessore Alchera e con la collaborazione del dirigente del Liceo Scientifico Curie, il 16 novembre Linarello ha parlato ad una platea numerosissima di ragazzi raccontando che una nuova resistenza è possibile.

Vinenzo Linarello è il presidente di Goel, un consorzio di cooperative sociali che sta cercando di seminare nella Locride un processo di cambiamento.
Goel è nato nel 2003 grazie alla spinta di Mons. Bregantini, un vescovo dal passato operaio e un presente più che mai pragmatico, capace di dimostrare che l'ndragheta ha paura della luce [Non a caso nel 2008 è stato improvvisamente trasferito].

Nella Bibbia il goel era il riscattatore, colui che permetteva la redenzione dei debitori, che salvaguardava il patrimonio; nella Locride Goel vuole essere lo strumento di riscatto di una terra sfruttata e impoverita dai poteri occulti e dalle affiliazioni mafiose.

Goel crea posti di lavoro, spazi di confronto e innesca processi di cambiamento.

La vera sorpresa è che il cambiamento è affidato a un settore che nell'immaginario solitamente è considerato frivolo e superficiale: la moda. Ecco che nasce un marchio, il primo brand totalmente etico: Cangiari [in calabrese cambiare, appunto!]

Cangiari propone un nuovo modo di intendere la bellezza: l'etica della bellezza, partendo dai materiali [tessuti interamente prodotti a mano e provenienti da coltivazioni biologiche], passando attarverso gli strumenti [lo show room milanese è in un palazzo confiscato alla mafia]

La passione con cui Vincenzo racconta quanto le energie di poche persone che ci credono abbia creato movimennto, rumore e abbia costruito tanto per la sua terra è emozionante e virale. Ad ascoltarlo non si può rimanere indifferenti.

Questo post lo scrivo per un senso di dovere civile e con la consapevolezza che il cambiamento è necessario. Non si tratta di un gesto di solidarietà al sud, alla Calabria, una risposta empatica ad un incontro fortuito. E' la precisa volontà di produrre pensiero in merito a qualcosa che ci riguarda tutti.

Oggi la Lombardia, il Piemonte e l'Emilia Romagna sono regioni ad altissima infiltrazione dell'ndrangheta, organizzazione che ha un giro d'affari pari al bilancio di un piccolo stato europeo. Non è più una questione meridionale!

Per questo, come dice Linarello, è necessaria un'alleanza!
L'alleanza con la Calabria diventa una campagna sul web da cui nasce la manifestazione del 1 marzo, in marcia contro la mafia.

Educare alla cittadinanza significa mostrare modelli, concreti e al passo con i tempi.
Cambiare il mondo si può!

lunedì 15 novembre 2010

Asimmetrie

Giovedì mentre rientravo dal lavoro qualcosa ha turbato la mia emotività. Ho capito subito che non stava succedendo nulla di buono. Arrivata a casa già tutti i media ne parlavano.

Quello che ho visto non mi è piaciuto perchè si trattava di immagini condivise con bambini piccoli, molto piccoli.

Per tornare a casa passo davanti a quello che in tutta Italia è risuonato come l'asilo degli orrori.

Non voglio entrare nel merito di quanto è potuto succedere, la magistatura farà quello che deve. Ma in questi giorni tante riflessioni e pensieri mi hanno tenuta occupata: quanto in tutta questa storia abbiamo davvero tenuto conto dei bambini, delle loro sensibilità, delle potenziali e reali paure?

Ho visto genitori manifestare il disgusto per le maestre con i bimbi in braccio. Non è anche questa una violenza?

E' ora il momento dei detrattori e dei sostenitori, tanto da permettere anche la strumentalizzazione politica. Ma qui non c'entra la storia della riforma e dei finanziamenti alla scuola privata.

Questa è un'altra storia.

E' la storia di un mondo che risponde ai meccanismi che gli adulti hanno saputo costruire senza tenere conto dei bambini, dei loro bisogni e delle loro sensibilità. E' la storia degli adulti che pur di essere protagonisti e sfruttare un piccolo spazio di delirante celebrità, con leggerezza mettono di fronte alle telecamere gli stessi bambini allontanati dalle maestre cattive.

Le minacce, l'aggressività che vedo, che sento attraverso i media e direttamente in città mi insospettiscono. Quale modello stiamo declinando per i nostri bambini e ragazzi?

I media ne approfittano e cavalcano il momento e non ci rendiamo conto di diventarne complici, sostenendo una simmetria di reazioni a quanto accade. E se rispondessimo in modo asimmetrico a quanto ci accade attorno? Non sarebbe una nuova strategia educativa?

Non possiamo sostenere la responsabilità verso i nostri bambini e ragazzi di essere complici di una strumentalizzazione che non permette più di Pensare, ma che replica violenza e risponde all'aggressività con altra forma di aggressività.

Prendiamo le distanze per un attimo e cominciamo a riappropriarci dei nostri pensieri. I nostri bambini ne gioveranno, ne sono sicura.

domenica 7 novembre 2010

Il corpo delle donne

Da un po’ di tempo guardo poco la tv, e non per un atteggiamento snobistico e sinistroide...semplicemente va così.

Sarà per questa ragione che nel vedere il video che Lorella Zanardo ha presentato presso l’aula magna del Sumi a Pinerolo, ho sentito un forte disagio [potete vederlo qui].
In reatà il video lo avevo già visto, distrattamente sul web, e i programmi da cui sono tratti i fotogrammi e le sequenze che la Zanardo, insieme a Cesare Cantù e Marco Malfi Chindemi hanno scelto dopo la visione di 400 ore di televisione di intrattenimento, di tanto in tanto mi era capitato di intercettarli. Sarà stato proprio il digiuno, ma questa volta queste immagini hanno reso l’aria irrespirabile, un pugno nello stomaco. Un pugno nello stomaco di Persona e non di Donna.

Il filo conduttore della televisione di intrattenimento italiana sembra essere l’umiliazione. Perchè?

E’ il non saper rispondere alla domanda, il non riuscire a trovare ragionevoli motivazioni alla scelta di una donna bella e mediamente intelligente di dare di sè un’immagine parziale, che risponde ad un modello unico imposto forse solo dal mercato, che mi tormenta e mi frustra.

Certo è che nel rivedere il video ho riconosciuto tanti atteggiamenti, tanti stili, tante urla che quotidianemente intuisco nei ragazzi che incontro, come se esistesse un paradigma certo e definito di comportamenti le cui declinazioni determinano l’essere in o out. Se anche la tv è parte integrante dell’educazione, perchè parte dell’ambiente. [Popper diceva che insegnare significa influenzare l’ambiente] allora questa questione ci riguarda. Ci riguarda come genitori, come educatori, come Persone. Non è questione delle Donne. E’ una questione di Tutti!

Dalla tv italiana è sparita la donna adulta, è sparito il volto vissuto con il racconto delle vittorie e delle sconfitte che i segni del tempo sono capaci di raccontare, come se portarsi dietro la propria faccia fosse un segno di coraggio.

Se la scelta di intervenire chirurgicamente resta un fatto privato [...] la scelta di proporre all’interno di uno strumento mediatico quasi soltanto volti innaturalmente giovani non è invece scevra di ricadute sulle quali è urgente discutere. [...] perchè la televisione crea modelli.
[da “Il corpo delle donne” Feltrinelli]

Molto interessante il contributo di Cesare Cantù che ha dato alcune delucidazioni in merito alla gestione dell’ Auditel in Italia, causa principale della programmazione televisiva e quindi complice del degrado testimoniato dal documentario. Mi riprometto di approfondire la questione, ma una prima riflessione è spontanea: può il controllato e il controllore coincidere?

Una precisazione: il Censis dice che l’Italia è al primo posto in materia di trash televisivo.

Lorella Zanardo ha avuto un’intuizione che, nata sull’onda di un moto passionale, senza denaro e solo grazie al web, è diventata un progetto che si fa strada e concretamente porta frutti. Ora tocca a noi rispondere al suo invito: guardare la tv, guardarla con consapevolezza per prestare gli occhi a chi consapevole non lo è ancora, perchè boicottare non serve a nulla.

A questo proposito aggiungerei un piccolo suggerimento: scriviamo a Fabio Fazio per chiedergli come mai tra i suoi 40 ospiti fino ad ora ci sono state solo 4 donne...così per sapere.

giovedì 4 novembre 2010

Una cena speciale con Danila e Marco e poi Fabio


Persone Speciali che mi hanno raccontato una storia Speciale. La storia è quella di Enaiat, quella dei Coccodrilli. Danila e Marco i genitori affidatari, Fabio lo scrittore.

Ma stasera attraverso i sorrisi di queste Persone così serene e così solari il racconto si è fatto più vero, più tangibile. Stupefacente è la semplicità con cui queste tre persone straordinarie hanno saputo declinare qualcosa di davvero Eccezionale.

E’ difficile poter trasmettere attraverso le parole le sensazioni positive che i tre mi hanno lasciato e regalato. Prima tra tutte la necessità e la voglia di incontrare l’Altro nelle sue caratteristiche e differenze, senza inquinarlo, ma con la sola voglia di CONOSCERE.

Chi sei? Che storia hai?

Abbiamo il dovere di cercare il nostro Enaiatollah in chiunque ci incroci e che abbia qualcosa da raccontare, abbiamo il dovere di insegnare ai nostri ragazzi a cercare le storie accanto a loro, nella loro quotidianità.

Danila ci ha raccontato del suo impegno come educatrice, dello stupore dei ragazzi afgani per le piccole cose e per la capacità di stabilire empatia.

Marco ci ha spiegato quanti secoli ci separano dalla loro cultura e quante interpretazioni siano possibili del termine civiltà. [Entrambi ci hanno timidamente invogliato a fare esperienze simili alla loro] Tanti dubbi e soprattutto il senso di frustrazione nella consapevolezza che l’Italia è ancora decisamente indietro nella politica dell’Accoglienza [e alla Politica quanta ignoranza conviene coltivare ...] Giustifica Cominciamo Noi...

e intanto grazie... a Voi

A Torino si occupano di ragazzi come Enaiat gli operatori dell'associazione ASAI.