Avevo sedici anni circa quando, un sabato pomeriggio il mio papà mi disse che il Suo Amico Pittore mi voleva insieme a qualche amica nel suo studio, come modella per dei ritratti.
Non credo di aver colto davvero il senso di quel pomeriggio allora, ma poi negli anni, dentro di me quel ricordo è diventato sempre più prezioso.
Ci andai con l'amica di sempre, Ester.
Quando entrai in quella casetta liberty che mi aveva sempre incuriosita, al centro di Pinerolo, mi sentii come la protagonista del Giardino Segreto, pensando di varcare la soglia di un mondo magico e nascosto, privato. Ho memoria di una stanza disordinata, polverosa, piena di tele e tanti rotoli. Ma il Maestro, come capii che andava chiamato, con sicurezza vi trovava qualsiasi cosa cercasse.
Con aria burbera e decisa ci fece sedere al centro di quella stanza, che nei miei ricordi è enorme, e cominciò a tratteggiare i nostri volti con un carboncino su dei fogli di carta giallina.
Poi come annoiato, cambiando registro mi mise un cappello di paglia tutto polveroso in testa, che uscì come dal cilindro di un mago, dagli scaffali che contenevano centinaia di fogli arrotolati, per me in quel momento misteriosi.
Ricordo che inizialmente non mi piaceva tenere quella roba in testa, ma poi mi prese forte il senso di essere parte di una Bellezza che stavo studiando in quegli anni, al liceo, nelle lezioni di storia dell'arte. Mi sentivo come la protagonista di un quadro di Renoir !
Il Maestro mi guardava, apparentemente distratto, e tratteggiava questa volta con i pennelli, su un foglio grande quasi di recupero. Dopo poco avvenne la magia: mi mostrò l'opera d'arte, ancora colante che aveva me come centro.
Mio padre provò a convincerlo a venderglielo, ma il Maestro non ne volle sapere.
Solo qualche anno dopo, grazie a una fortunata coincidenza [anche se io sono convinta che nulla accada per caso] riuscimmo a entrare in possesso di quel quadro.
Quel quadro mi ha seguita ovunque io mi sia spostata, aldilà del valore artistico, ha per me un valore emotivo grandissimo. Molti dicono che non mi somigli, io invece credo che il Maestro abbia saputo cogliere qualcosa di molto intimo, che forse allora solo io e lui conoscevamo, ognuno con il proprio paradigma.
Era il 1990, forse febbraio, il 15 novembre dello stesso anno il Maestro si è spento.
Il Maestro era Giovanni Carena.
Il 9 maggio avrebbe compiuto 100 anni. La sua storia è così ben tratteggiata in un libro che ne racconta i lati conosciuti e quelli più in ombra, dalla nipote Ilaria Carena.
Ritratto ad acquerello di G. Carena
Ritratti a carboncino di G. Carena
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