venerdì 19 giugno 2020

In bocca al lupo ragazzi!



Avreste dovuto cucinare, mescere, accogliere.

Per anni vi abbiamo riempito la testa di informazioni utili a sostenere una settimana d'esame [che manco la maturità!]; un esame percepito lungo una vita, per voi che amate il fare.

Mi ritrovo a cercare le parole per dirvi che ci saremo come sempre ci siamo stati, ma questa volta le parole giuste non le trovo. Mi manca tutto.

Mi mancheranno gli sguardi di sottecchi mentre la commissione passa in cucina, mi mancheranno i movimenti controllati di quando fate accomodare gli ospiti a tavola, mi mancherà la faccia compiaciuta con il vostro piatto decorato tra le mani.
Mi mancherà sentirvi recitare le etichette dei vini che state per servire e l'intonazione maccheronica di un discorso in lingua straniera.
Sentirò la mancanza di quel groppo in gola che vi fa apparire meno sicuri e spavaldi del solito e che a noi formatori fa dimenticare le arrabbiature passate.

La mancanza è stato il "sentire" che ci ha abitato di più negli ultimi mesi.

Abbiamo pensato a tutti i nostri ragazzi, uno per uno, ma a voi che state per fare l'esame un po' di più. 
Vi si sta togliendo l'esperienza per la quale avete lavorato dal primo giorno in cui avete messo piede in laboratorio, i giorni che vi abbiamo fatto sospirare come la resa dei conti, la somma di tutti i sorrisi e le lacrime, l'impegno e la pigrizia.

Abbiamo trovato insieme un modo nuovo per fare didattica, anche un po' divertente forse, e grazie a voi che siete stati tanto generosi da non tirarvi mai indietro a ogni proposta strampalata, chi verrà dopo  troverà probabilmente un po' di fluidità in più. 
E' stata una didattica strana, nuova, di cui sicuramente salveremo qualcosa; il prossimo anno potremo invitarvi come special guest nelle classi prime per mostrare dal vivo quello che sapete fare e indicare loro quale sia la strada. 

Vi siete trasformati, siete cresciuti e la resilienza è diventata la vostra sostanza. Chi era pigro ha provato a stringere i tempi della sua pigrizia, chi era ombroso ha provato a essere sorridente e chi era permaloso ha trovato un po' di autoironia, perché la distanza ha il pregio di tenere a bada l'impulso. I creativi sono diventati ancora più ricchi di colori e i precisi ci hanno dato tante soddisfazioni.

Tanti di voi sono pronti per andare in tv a forza di video ricette e presentazioni multimediali!

Ci resterà il cruccio di non avervi visto abbastanza, nascosti in quella vergogna adolescenziale che "la telecamera è rotta prof". Così da lunedì correremo il rischio di trovarvi diversi: uomini e donne a cui questi mesi hanno lasciato il segno.
Forse non vi riconosceremo, o forse si, perché in questi mesi ci avete detto tanto di voi, ognuno a modo suo, ognuno con le sue particolarità, ognuno con i suoi silenzi.

Questa esperienza così paradossale vi ha tolto tutto della scuola, perchè per voi scuola non significa "libri", ma "mani". E le mani ve le hanno imbrigliate, vi hanno accomunato a tutti gli altri studenti, senza considerare che una professione si impara provandola, agendola.
Ma vi siete adattati e adesso state arrivando alla meta. Una meta che sa di scorciatoia per qualcuno, perché privato anche dello stage, il momento più sospirato di tutto il percorso. Questo è un altro dei nostri crucci: non essere riusciti a proteggervi abbastanza. Ma un'emergenza è un'emergenza e non potevamo prevederlo, nonostante tutti i discorsi sul non rimandare a domani quel che puoi fare oggi con cui vi abbiamo annoiato. Mannaggia anche i prof. sbagliano! e anche noi ci siamo fatti trovare impreparati, ma abbiamo imparato tantissimo

Una promessa ve la voglio fare: mi impegnerò al massimo per dire a tutti quanto lavoro c'è dietro un bancone del bar, quante lacrime a volte si nascondono nelle cucine e quante suole delle scarpe si consumano in una sala di ristorante. Quanta professionalità in un mestiere fatto per farci stare bene, per regalarci attimi di leggerezza che in questi mesi ci sono mancati così tanto. 

Cercate di non mortificare i vostri talenti, accuditeli e fateli diventare vocazione. E' la vocazione che fa la differenza e che vi renderà indispensabili agli altri. 

In bocca al lupo ragazzi!

La Bianco

Immagine https://www.nanopress.it/cultura/2015/11/02/perche-si-dice-in-bocca-al-lupo-e-si-risponde-crepi-il-lupo/96687/



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