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giovedì 24 maggio 2012
Lui ci mette la faccia
Sono rimasta affascinata da questo giovane maestro.
Prendiamo esempio.
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sabato 19 maggio 2012
Mettiamoci la faccia [due sabati pomeriggi lontani vent'anni]
Vent'anni fa era un sabato pomeriggio...ero un'adolescente che si credeva impegnata, ma decisamente poco consapevole. Da qualche tempo qualche conoscente mi diceva che il mio papà assomigliava al giudice Falcone. Io non ero sicura di sapere chi fosse.
Ma da quel sabato pomeriggio quel volto non l'ho più dimenticato.
Stamattina mi sono svegliata con l'intenzione di ritagliare del tempo per qualche riflessione in cui ricordare i vent'anni dalla strage di quel sabato pomeriggio. Poi...dopo qualche ora sono stata raggiunta dalla brutta notizia di Brindisi.
Non ci sono parole per poter commentare un atto così vile come quello di colpire una scuola e colpire chi non ha ancora avuto il tempo di dare corpo ai propri sogni. Chi colpisce la scuola, chiunque sia, colpisce il potenziale di crescita di un Paese, la consapevolezza in nuce che renderà dei semplici adolescenti dei Cittadini.
A ripensare a quel sabato pomeriggio, nonostante fossi maggiorenne da qualche mese, ero poco informata e adesso mi rendo conto che al ritorno a scuola, il lunedì mattina non ne parlammo. Eppure frequentavo un liceo.
Per fortuna il tempo e anche le vite sacrificate sono serviti: qualcosa è cambiato, anche grazie ai tanti insegnanti che quotidianamente si impegnano per testimoniare resistenza civile, le coscienze si sono fatte più partecipi. Ma non basta ancora!
In un sabato pomeriggio, oggi come allora...
Dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi a indignarsi.
Dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi a non stare ai giochi di potere.
Dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi che il più forte non sempre è quello che vince.
Dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi che un mondo migliore è possibile.
Dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi a metterci la faccia.
Dobbiamo essere credibili a partire dalla nostra di faccia.
Io lunedì entrando in classe parlerò con I MIEI ragazzi del groppo in gola di oggi.
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martedì 16 novembre 2010
Cangiari
Ho aggiunto questo nome alla lista delle persone che mi piace considerare silenziosi eroi del nostro tempo.
A Pinerolo, grazie alla volontà di Fidapa, dell'Assessore Alchera e con la collaborazione del dirigente del Liceo Scientifico Curie, il 16 novembre Linarello ha parlato ad una platea numerosissima di ragazzi raccontando che una nuova resistenza è possibile.
Vinenzo Linarello è il presidente di Goel, un consorzio di cooperative sociali che sta cercando di seminare nella Locride un processo di cambiamento.
Goel è nato nel 2003 grazie alla spinta di Mons. Bregantini, un vescovo dal passato operaio e un presente più che mai pragmatico, capace di dimostrare che l'ndragheta ha paura della luce [Non a caso nel 2008 è stato improvvisamente trasferito].
Nella Bibbia il goel era il riscattatore, colui che permetteva la redenzione dei debitori, che salvaguardava il patrimonio; nella Locride Goel vuole essere lo strumento di riscatto di una terra sfruttata e impoverita dai poteri occulti e dalle affiliazioni mafiose.
Goel crea posti di lavoro, spazi di confronto e innesca processi di cambiamento.
La vera sorpresa è che il cambiamento è affidato a un settore che nell'immaginario solitamente è considerato frivolo e superficiale: la moda. Ecco che nasce un marchio, il primo brand totalmente etico: Cangiari [in calabrese cambiare, appunto!]
Cangiari propone un nuovo modo di intendere la bellezza: l'etica della bellezza, partendo dai materiali [tessuti interamente prodotti a mano e provenienti da coltivazioni biologiche], passando attarverso gli strumenti [lo show room milanese è in un palazzo confiscato alla mafia]
La passione con cui Vincenzo racconta quanto le energie di poche persone che ci credono abbia creato movimennto, rumore e abbia costruito tanto per la sua terra è emozionante e virale. Ad ascoltarlo non si può rimanere indifferenti.
Questo post lo scrivo per un senso di dovere civile e con la consapevolezza che il cambiamento è necessario. Non si tratta di un gesto di solidarietà al sud, alla Calabria, una risposta empatica ad un incontro fortuito. E' la precisa volontà di produrre pensiero in merito a qualcosa che ci riguarda tutti.
Oggi la Lombardia, il Piemonte e l'Emilia Romagna sono regioni ad altissima infiltrazione dell'ndrangheta, organizzazione che ha un giro d'affari pari al bilancio di un piccolo stato europeo. Non è più una questione meridionale!
Per questo, come dice Linarello, è necessaria un'alleanza!
L'alleanza con la Calabria diventa una campagna sul web da cui nasce la manifestazione del 1 marzo, in marcia contro la mafia.
Educare alla cittadinanza significa mostrare modelli, concreti e al passo con i tempi.
Cambiare il mondo si può!
A Pinerolo, grazie alla volontà di Fidapa, dell'Assessore Alchera e con la collaborazione del dirigente del Liceo Scientifico Curie, il 16 novembre Linarello ha parlato ad una platea numerosissima di ragazzi raccontando che una nuova resistenza è possibile.
Vinenzo Linarello è il presidente di Goel, un consorzio di cooperative sociali che sta cercando di seminare nella Locride un processo di cambiamento.
Goel è nato nel 2003 grazie alla spinta di Mons. Bregantini, un vescovo dal passato operaio e un presente più che mai pragmatico, capace di dimostrare che l'ndragheta ha paura della luce [Non a caso nel 2008 è stato improvvisamente trasferito].
Nella Bibbia il goel era il riscattatore, colui che permetteva la redenzione dei debitori, che salvaguardava il patrimonio; nella Locride Goel vuole essere lo strumento di riscatto di una terra sfruttata e impoverita dai poteri occulti e dalle affiliazioni mafiose.
Goel crea posti di lavoro, spazi di confronto e innesca processi di cambiamento.
La vera sorpresa è che il cambiamento è affidato a un settore che nell'immaginario solitamente è considerato frivolo e superficiale: la moda. Ecco che nasce un marchio, il primo brand totalmente etico: Cangiari [in calabrese cambiare, appunto!]
Cangiari propone un nuovo modo di intendere la bellezza: l'etica della bellezza, partendo dai materiali [tessuti interamente prodotti a mano e provenienti da coltivazioni biologiche], passando attarverso gli strumenti [lo show room milanese è in un palazzo confiscato alla mafia]
La passione con cui Vincenzo racconta quanto le energie di poche persone che ci credono abbia creato movimennto, rumore e abbia costruito tanto per la sua terra è emozionante e virale. Ad ascoltarlo non si può rimanere indifferenti.
Questo post lo scrivo per un senso di dovere civile e con la consapevolezza che il cambiamento è necessario. Non si tratta di un gesto di solidarietà al sud, alla Calabria, una risposta empatica ad un incontro fortuito. E' la precisa volontà di produrre pensiero in merito a qualcosa che ci riguarda tutti.
Oggi la Lombardia, il Piemonte e l'Emilia Romagna sono regioni ad altissima infiltrazione dell'ndrangheta, organizzazione che ha un giro d'affari pari al bilancio di un piccolo stato europeo. Non è più una questione meridionale!
Per questo, come dice Linarello, è necessaria un'alleanza!
L'alleanza con la Calabria diventa una campagna sul web da cui nasce la manifestazione del 1 marzo, in marcia contro la mafia.
Educare alla cittadinanza significa mostrare modelli, concreti e al passo con i tempi.
Cambiare il mondo si può!
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