Quello che ho visto non mi è piaciuto perchè si trattava di immagini condivise con bambini piccoli, molto piccoli.
Per tornare a casa passo davanti a quello che in tutta Italia è risuonato come l'asilo degli orrori.
Non voglio entrare nel merito di quanto è potuto succedere, la magistatura farà quello che deve. Ma in questi giorni tante riflessioni e pensieri mi hanno tenuta occupata: quanto in tutta questa storia abbiamo davvero tenuto conto dei bambini, delle loro sensibilità, delle potenziali e reali paure?
Ho visto genitori manifestare il disgusto per le maestre con i bimbi in braccio. Non è anche questa una violenza?
E' ora il momento dei detrattori e dei sostenitori, tanto da permettere anche la strumentalizzazione politica. Ma qui non c'entra la storia della riforma e dei finanziamenti alla scuola privata.
Questa è un'altra storia.
E' la storia di un mondo che risponde ai meccanismi che gli adulti hanno saputo costruire senza tenere conto dei bambini, dei loro bisogni e delle loro sensibilità. E' la storia degli adulti che pur di essere protagonisti e sfruttare un piccolo spazio di delirante celebrità, con leggerezza mettono di fronte alle telecamere gli stessi bambini allontanati dalle maestre cattive.
Le minacce, l'aggressività che vedo, che sento attraverso i media e direttamente in città mi insospettiscono. Quale modello stiamo declinando per i nostri bambini e ragazzi?
I media ne approfittano e cavalcano il momento e non ci rendiamo conto di diventarne complici, sostenendo una simmetria di reazioni a quanto accade. E se rispondessimo in modo asimmetrico a quanto ci accade attorno? Non sarebbe una nuova strategia educativa?
Non possiamo sostenere la responsabilità verso i nostri bambini e ragazzi di essere complici di una strumentalizzazione che non permette più di Pensare, ma che replica violenza e risponde all'aggressività con altra forma di aggressività.
Prendiamo le distanze per un attimo e cominciamo a riappropriarci dei nostri pensieri. I nostri bambini ne gioveranno, ne sono sicura.
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