giovedì 7 maggio 2009

...in realtà la scuola ha un solo problema: i ragazzi che perde

Il titolo di questo post è stato preso in prestito da Don Milani.
Ritengo sia un pensiero decisamente attuale e mi stupisco come la Scuola poco si riferisca al modello che proprio il priore di Barbiana ci ha lasciato, quasi come monito per recuperare il senso dell'Impegno, come assunzione di Responsabilità e Cura verso i ragazzi.
Quello che don Milani indicava come unico problema della scuola, ora è diventato uno dei cinque Benchmarck della Conferenza di Lisbona. Infatti entro il 2010 i Paesi Europei dovranno tendere alla riduzione degli early schoool leavers al 10%.
In Italia, non è un segreto, siamo ancora molto lontani dall'obiettivo.
Per dispersione non s'intende unicamente l'abbandono, piuttosto una forma di insuccesso formativo (scolastico), laddove i ragazzi non hanno potuto sviluppare appieno il proprio potenziale di apprendimento. Ecco insinuarsi la dissaffezione, la demotivazione, la noia...
Così le Riforme dei nostri tempi portano l'etichetta severa di "Obbligo di Istruzione" [fino ai 16 anni assolvibile sia nel sistema scolastico sia – finché il nuovo ordinamento entri a regime – nei percorsi triennali integrati sperimentali attivati dalle Regioni in base ad accordi con lo Stato, che si concludono con qualifiche professionali di primo livello.] quasi con l'illusione che noia e demotivazione possano essere combattute con i Decreti [e con gli obblighi]
Non è forse l'approccio del Sistema e al Sistema che deve mutare?
Don Milani ci ha indicato umilmente la strada attraverso il concetto di Scuola Popolare, che accoglieva Chi dalla scuola tradizionale non era compreso.
Uso il termine comprensione, perchè sono convinta che i ragazzi debbano essere oggetto di attenzione per poterne scovare l'Identità, per poterla riconoscere nella sua unicità.
I care è il motto della scuola di Barbiana e vuole esprimere la volontà di accogliere e farsi coinvolgere dalle capacità e incapacità dell'Altro, per cercare insieme un'evoluzione formativa [...le farfalle].
Mi piacerebbe poter pensare ai ragazzi in una dimensione di Personalizzazione al di là dei numeri e pensare alla parola obiettivo unita al concetto di Successo e non di riduzione del problema.
Indipendentemente dalle Riforme e dai Decreti bisogna pensare ad una Scuola che:
  • piaccia a chi la frequenta
  • metta in discussione [noi] formatori e docenti per trovare vie nuove nell'esplicitazione dei ruoli
  • suggerisca modalità alternative più adatte al nuovo mondo di "questi" adolescenti
Così la noia, forse, potrà lasciare spazio all'Interesse e al desiderio di crescere; crescere come Individui, come Educatori, come Sistema.






http://www.pubblica.istruzione.it/news/2007/allegati/dispersione_as0405.pdf

Nessun commento:

Posta un commento