La sa una cosa Prof? in questa classe siamo tutti gli scarti!
Questa è una frase che in dieci anni di esperienza nella formazione professionale, e soprattutto passati tra i ragzzi in obbligo formativo, mi sono sentita ripetere spesso [più o meno folkloristicamente].
Non nascondo che le prime volte mi feriva e mi intristiva, così quasi moralisticamente cercavo di dissuadere i ragazzi dal pensarla e verbalizzarla. Con l'esperienza e la maturità professionale mi ci sono affezionata! Ho imparato ad accogliere [aspettandola al varco] la solita riflessione con un sorriso beffardo e compiaciuto, perchè se non fossero loro, gli scarti, non sarebbero i ragazzi della formazione professionale, non sarebbero i ragazzi del Fare.
Istintivamente mi piace sostituire l'etichetta che i ragazzi stessi si sono attaccati con quella di disorientati.
Perchè la vera ragione dei loro fallimenti scolastici che precedono la scelta della formazione professionale è sicuramente un orientamento poco efficace. [ Mi sono convinta che in Italia siamo ancora un po' indietro, anche se in miglioramento].
Troppo spesso ragazzi e famiglie si appiattiscono sotto il peso dei luoghi comuni, lasciandosi convincere per percorsi non sempre adeguati alle personalità, alle storie e alle diversità. L'Orientamento viene confuso con l'attività di puro marketing, senza tenere conto della centralità del giovane. [Con le iscrizioni si aprono le gare all'accaparramento degli allievi, intesi come numeri per formare classi]
Ricordiamoci che l'Orientamento è:
Ciò che un buon orientamento deve dare è il metodo per fare progetti su di sè e non soluzioni finali.
Poichè, come si è detto, il contesto di vita è costituito da diversi microsistemi, non si può dimenticare l'importante ruolo che hanno [e che devono avere] i genitori. Genitori che oggi sono sempre più disorientati [più dei loro figli!], anche a causa delle tante [e incerte]riforme!
Si deve rafforzare la promozione dell'attività orientativa come un processo tradizionale, che le famiglie accolgono in modo naturale e consapevole, anche grazie a proposte interessanti, coinvolgenti e d'appeal [insomma non la solita serata con i rappresentanti delle scuole schierati]; proposte che facilitino l'alleanza educativa tra genitori e mondo della scuola, perchè solo quest'ultima permette [o comunque si pone come elemento di facilitazione] il raggiungimento degli obiettivi educativi, che si declinano in:
Ed è la criticità che porta i ragazzi ad evolversi in scelte consapevoli e... orientate.
Crescere significa anche passare dalla condizione [legittima!] di disorientato a orientato!
Crescere significa capire con i propri tempi che si può essere più portati al Fare, con dignità e orgoglio.
Crescere significa sapersi riposizionare rispetto a delle scelte, perchè nessuna scelta deve essere senza ritorno.
[No, ragazzi non siete scarti! fidatevi...]
Questa è una frase che in dieci anni di esperienza nella formazione professionale, e soprattutto passati tra i ragzzi in obbligo formativo, mi sono sentita ripetere spesso [più o meno folkloristicamente].
Non nascondo che le prime volte mi feriva e mi intristiva, così quasi moralisticamente cercavo di dissuadere i ragazzi dal pensarla e verbalizzarla. Con l'esperienza e la maturità professionale mi ci sono affezionata! Ho imparato ad accogliere [aspettandola al varco] la solita riflessione con un sorriso beffardo e compiaciuto, perchè se non fossero loro, gli scarti, non sarebbero i ragazzi della formazione professionale, non sarebbero i ragazzi del Fare.
Istintivamente mi piace sostituire l'etichetta che i ragazzi stessi si sono attaccati con quella di disorientati.
Perchè la vera ragione dei loro fallimenti scolastici che precedono la scelta della formazione professionale è sicuramente un orientamento poco efficace. [ Mi sono convinta che in Italia siamo ancora un po' indietro, anche se in miglioramento].
Troppo spesso ragazzi e famiglie si appiattiscono sotto il peso dei luoghi comuni, lasciandosi convincere per percorsi non sempre adeguati alle personalità, alle storie e alle diversità. L'Orientamento viene confuso con l'attività di puro marketing, senza tenere conto della centralità del giovane. [Con le iscrizioni si aprono le gare all'accaparramento degli allievi, intesi come numeri per formare classi]
Ricordiamoci che l'Orientamento è:
- un processo attivo, gestito dal soggetto che deve essere orientato
- un processo che dura tutto l'arco della vita
- un processo che si genera e si attua nel contesto della persona
- un processo che si alimenta grazie all'empowerment, per accrescere la possibilità delle persone di fare delle scelte
- un processo che deve generare consapevolezza critica
- un processo che deve attuare partecipazione
- un processo che innalza i livelli di consapevolezza
Ciò che un buon orientamento deve dare è il metodo per fare progetti su di sè e non soluzioni finali.
Poichè, come si è detto, il contesto di vita è costituito da diversi microsistemi, non si può dimenticare l'importante ruolo che hanno [e che devono avere] i genitori. Genitori che oggi sono sempre più disorientati [più dei loro figli!], anche a causa delle tante [e incerte]riforme!
Si deve rafforzare la promozione dell'attività orientativa come un processo tradizionale, che le famiglie accolgono in modo naturale e consapevole, anche grazie a proposte interessanti, coinvolgenti e d'appeal [insomma non la solita serata con i rappresentanti delle scuole schierati]; proposte che facilitino l'alleanza educativa tra genitori e mondo della scuola, perchè solo quest'ultima permette [o comunque si pone come elemento di facilitazione] il raggiungimento degli obiettivi educativi, che si declinano in:
- aiutare a trovare attività che realizzano
- aiutare a orientare le esistenze in una società
- aiutare a definire le condizioni di lavoro che offrano sviluppo verso l'autonomia
Ed è la criticità che porta i ragazzi ad evolversi in scelte consapevoli e... orientate.
Crescere significa anche passare dalla condizione [legittima!] di disorientato a orientato!
Crescere significa capire con i propri tempi che si può essere più portati al Fare, con dignità e orgoglio.
Crescere significa sapersi riposizionare rispetto a delle scelte, perchè nessuna scelta deve essere senza ritorno.
[No, ragazzi non siete scarti! fidatevi...]
Brava Lia, una bella analisi, che condivido.
RispondiEliminaIn Italia siamo ancora indietro su vari fronti e non solo nel'ambito dell'orientamento, che poi rappresenta un indice significativo di diverse cose che non vanno.
Per tornare all'orientamento, e per rimanere nel concreto, si dovrebbe iniziare ad orientare a partire dalle singole discipline di insegnamento.
Queste sono gli strumenti diretti in mano dei docenti e dovrebbero essere proposte per far acquisire ai ragazzi consapevolezza verso il proprio modo di essere, fare emergere attitudini e piccoli talenti...non facile lo so, ma non impossibile!
Buon week end.
annarita
Grazie Annarita,
RispondiEliminaPiacere di averti a Farfalle a scuola!
Sono d'accordo con Te! manca una cultura dell'Orinetamento che parte dai singoli e dalle singole discipline: insomma non tutto deve per forza essere fatto da tutti!