venerdì 5 giugno 2009

i Disorientati...all'Orientamento del Fare

La sa una cosa Prof? in questa classe siamo tutti gli scarti!

Questa è una frase che in dieci anni di esperienza nella formazione professionale, e soprattutto passati tra i ragzzi in obbligo formativo, mi sono sentita ripetere spesso [più o meno folkloristicamente].
Non nascondo che le prime volte mi feriva e mi intristiva, così quasi moralisticamente cercavo di dissuadere i ragazzi dal pensarla e verbalizzarla. Con l'esperienza e la maturità professionale mi ci sono affezionata! Ho imparato ad accogliere [aspettandola al varco] la solita riflessione con un sorriso beffardo e compiaciuto, perchè se non fossero loro, gli scarti, non sarebbero i ragazzi della formazione professionale, non sarebbero i ragazzi del Fare.
Istintivamente mi piace sostituire l'etichetta che i ragazzi stessi si sono attaccati con quella di disorientati.
Perchè la vera ragione dei loro fallimenti scolastici che precedono la scelta della formazione professionale è sicuramente un orientamento poco efficace. [ Mi sono convinta che in Italia siamo ancora un po' indietro, anche se in miglioramento].
Troppo spesso ragazzi e famiglie si appiattiscono sotto il peso dei luoghi comuni, lasciandosi convincere per percorsi non sempre adeguati alle personalità, alle storie e alle diversità. L'Orientamento viene confuso con l'attività di puro marketing, senza tenere conto della centralità del giovane. [Con le iscrizioni si aprono le gare all'accaparramento degli allievi, intesi come numeri per formare classi]

Ricordiamoci che l'Orientamento è:
  1. un processo attivo, gestito dal soggetto che deve essere orientato
  2. un processo che dura tutto l'arco della vita
  3. un processo che si genera e si attua nel contesto della persona
  4. un processo che si alimenta grazie all'empowerment, per accrescere la possibilità delle persone di fare delle scelte
  5. un processo che deve generare consapevolezza critica
  6. un processo che deve attuare partecipazione
  7. un processo che innalza i livelli di consapevolezza
Alla luce di questi punti è facile dedurre che l'intervento dell'adulto nel processo di scelta può essere davvero fondamentale [nel bene e nel male!]. I docenti sono uno strumento per misurare i livelli di fiducia in sè, di autostima, la percezione di efficacia. Ma è necessario ricordare che il sistema scuola ha un'importanza relativa, perchè non è l'unico sistema ad intervenire nel processo [è importante guardare l'intero contesto di vita dei ragazzi].
Ciò che un buon orientamento deve dare è il metodo per fare progetti su di sè e non soluzioni finali.
Poichè, come si è detto, il contesto di vita è costituito da diversi microsistemi, non si può dimenticare l'importante ruolo che hanno [e che devono avere] i genitori. Genitori che oggi sono sempre più disorientati [più dei loro figli!], anche a causa delle tante [e incerte]riforme!
Si deve rafforzare la promozione dell'attività orientativa come un processo tradizionale, che le famiglie accolgono in modo naturale e consapevole, anche grazie a proposte interessanti, coinvolgenti e d'appeal
[insomma non la solita serata con i rappresentanti delle scuole schierati]; proposte che facilitino l'alleanza educativa tra genitori e mondo della scuola, perchè solo quest'ultima permette [o comunque si pone come elemento di facilitazione] il raggiungimento degli obiettivi educativi, che si declinano in:
  • aiutare a trovare attività che realizzano
  • aiutare a orientare le esistenze in una società
  • aiutare a definire le condizioni di lavoro che offrano sviluppo verso l'autonomia
Il compito di noi adulti non è quello di formare delle persone che si adattano al contesto, ma persone che nel contesto ci stanno criticamente.
Ed è la criticità che porta i ragazzi ad evolversi in scelte consapevoli e... orientate.
Crescere significa anche passare dalla condizione [legittima!] di disorientato a orientato!
Crescere significa capire con i propri tempi che si può essere più portati al Fare, con dignità e orgoglio.
Crescere significa sapersi riposizionare rispetto a delle scelte, perchè nessuna scelta deve essere senza ritorno.

[No, ragazzi non siete scarti! fidatevi...]


2 commenti:

  1. Brava Lia, una bella analisi, che condivido.

    In Italia siamo ancora indietro su vari fronti e non solo nel'ambito dell'orientamento, che poi rappresenta un indice significativo di diverse cose che non vanno.
    Per tornare all'orientamento, e per rimanere nel concreto, si dovrebbe iniziare ad orientare a partire dalle singole discipline di insegnamento.
    Queste sono gli strumenti diretti in mano dei docenti e dovrebbero essere proposte per far acquisire ai ragazzi consapevolezza verso il proprio modo di essere, fare emergere attitudini e piccoli talenti...non facile lo so, ma non impossibile!

    Buon week end.
    annarita

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  2. Grazie Annarita,
    Piacere di averti a Farfalle a scuola!
    Sono d'accordo con Te! manca una cultura dell'Orinetamento che parte dai singoli e dalle singole discipline: insomma non tutto deve per forza essere fatto da tutti!

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