martedì 14 luglio 2009

Io, non respingo...ma li voglio al Liceo!


UN POST PER GLI ADOLESCENTI STRANIERI
Come più volte in questo Spazio ho voluto sottolineare, l'Unione Europea attraverso le Raccomandazioni, invita gli Stati Membri ad una politica di Integrazione.
Integrare so che significa anche andare incontro.
Più volte mi sono chiesta che cosa davvero rappresenti l'integrazione in uno Stato come il nostro, in questo particolare periodo storico.

Tuttavia voglio soffermarmi sugli aspetti che maggiormente incontrano lo spirito di Farfalle a scuola.

Sempre di più il canale Formazione Professionale diventa scelta prioritaria per i ragazzi stranieri.
Per quanto sia bello e stimolante avere di fronte classi multietniche e colorate il risultato della mia riflessione in merito, non sempre è positivo.

Provo a spiegare le mie ragioni.

Sembra essere diventata una consuetudine [approvata dai più] pensare che un adolescente di origine straniera debba scegliere il fare, privandosi della possibilità di sognare anche il pensare.
E che dire di una donna straniera che non vede altra possibilità che riciclarsi nell'attività di badante? senza nulla togliere alla dignità di tale professione [che noi italiane non facciamo tanto volentieri!].

Sebbene i ragazzi del fare siano la mia passione, mi piace pensare che anche le nuove generazioni ospiti possano riscattare le proprie origini e gli stereotipi che si trascinano da anni.
Ormai nelle classi multietniche accogliamo le seconde generazioni, che in qualche modo sono più ingombranti delle precedenti.

Non voglio addentrarmi in una riflessione sociologica per cui non avrei le competenze, semplicemente provare a buttare sul tavolo qualche spunto di riflessione.

Traduco un po' ingenuamente: le seconde generazioni non sono nè carne e nè pesce!

Le seconde generazioni non hanno un Paese dove tornare, ma anzi sono ormai parte di un tessuto sociale e culturale che pur respingendo le ha accolte. Ma è innegabile che i giovani immigrati o figli di siano vittime della profezia che si autorealizza, perchè percepiti come potenzialmente minacciosi!
Allora si studiano a tavolino azioni di contenimento, anche formativo! Si attivano dei percorsi ad hoc per gli stranieri, dimenticando il vero significato di Integrazione. [Ciò che Maurizio Ambrosini chiama marginalità che si autoalimenta].

La Diversità, ahimè non è ancora considerato un valore aggiunto. Troppo spesso ci si lustra con la definizione di Intercultura, ma a ben guardare si tratta solo di stereotipi!

La Scuola e la Formazione sono chiamate ad essere catalizzatori capaci di unire etnie e nazionalità, ma in maniera attiva e propositiva per promuovere una nuova identità dei ragazzi [stranieri e non iniseme] senza etichette.

Personalmente ho sempre ricevuto molto dalle mescolanze di tradizioni e credenze e i ragazzi stessi riconoscono l'arricchimento che ne deriva.

Sempre ingenuamente mi vien da dire: che siano una portata a scelta [o carne o pesce!] , ma che si individui un canale di integrazione vero e senza ipocrisie!

Se L'Europa ci richiama alla costruzione di nuova identità culturale, partendo da ciò che siamo, non possiamo non considerare gli stranieri, ma soprattutto non pensare ad una classe dirigente futura multietnica.

Per questo...meno stranieri alla Formazione Professionale e più stranieri al Liceo! [è una provocazione, ovviamente...]

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